Quando parliamo di “vini ghiacciati” non ci riferiamo alla loro temperatura di servizio, ma di una produzione di nicchia, che prevede condizioni climatiche molto particolari. Ad essere ghiacciate infatti sono proprio le uve, che danno vita a vini dolci dagli intensi profumi. Non è frequente sentire parlare degli Icewine, perché la loro produzione è molto ridotta, spesso non soddisfa la richiesta di mercato.

Storia di un vino nato per caso

Le origini di questa tipologia di vino, possono essere ricondotte al periodo romano, esistono delle testimonianze che citano vendemmie tardive, durante il periodo della prime gelate invernali specificando la resistenza dell’uva a condizioni climatiche cosi rigide. Dobbiamo arrivare però nel ‘700 per conoscere le caratteristiche di questo vino e le pratiche di produzione.

La nascita degli “Eiswein” come vengono chiamati in Germania, si fa risalire ad un’annata in particolare, quella del 1794 a Würzburg. I produttori per fare fronte ad una gelata inaspettata, decisero di vendemmiare ugualmente l’uva ghiacciata, traendone un mosto estremamente dolce e concentrato.

Data la condizione casuale, la produzione di tali vini rimase per molto tempo sporadica, fino a quando Hans Georg Ambrosi diete un apporto sostanziale con le sue ricerche. Infatti 1955 Ambrosi, fondò una cantina dedicata alla produzione di Eiswein facendoli diventare un prodotto nazionale.

Le condizioni climatiche e le procedure in cantina

Non tutti posso permettersi di produrre Icewine, i paesi che possiedono le condizioni climatiche adatte sono appunto la Germania, Austria, Canada, Slovenia, Ungheria e Italia. L’uva viene vendemmiata, rigorosamente a mano, nel periodo che va da metà dicembre a fine gennaio e deve trovarsi congelata, ad una temperatura che va dai -7° ai -14°.

La pigiatura deve avvenire subito dopo la vendemmia, in modo non far riscaldare gli acini, spesso le presse si trovano all’aperto. Tutto questo per ottenere un mosto, povero di acqua ma ricco di tutte quelle componenti, come zuccheri, acidi, sali.

Le varietà che resisto al freddo

Oltre alle condizioni climatiche una delle componenti fondamentali sono le varietà di uve impiegate, la loro tenacia e resistenza al freddo. Le uve a bacca bianca che meglio si prestano a questa produzione sono di certo i Riesling, Vidal, Gewürztraminer e Chardonnay, meno frequente è l’utilizzo di uve a bacca rossa, una delle poche è il Cabernet Franc.

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