Vi siete mai chiesti da cosa dipende il prezzo di un vino?

Le variabili, è vero, possono essere molte: la qualità del vino, la sua rarità, il marketing intorno ad esso, il metodo di produzione e soprattutto la difficoltà nel produrlo.

Alcuni vini, per le difficilissime tecniche produttive e per la condizione “estrema” della viticoltura, vengono appunto definiti “eroici”, cerchiamo di capirne di più.

Vigne e paesaggi

Se avete mai percorso l’autostrada Milano –Venezia, vi sarà probabilmente capitato di notare distese di vigne, anche di chilometri, molto lineari e larghi, adatti alla vendemmia meccanizzata: ecco, questo è proprio l’antitesi della viticoltura eroica.

Immaginate invece adesso di essere idealmente in Valle d’Aosta, la regione più piccola e montuosa d’Italia: sapete che anche qui si produce dell’ottimo vino?

Le condizioni sono davvero estreme, alcune vigne toccano o addirittura sforano quota 1.200 metri s.l.m. e le pendenze, spesso, si aggirano sul 100%. Anche il clima qui è molto difficile da assecondare: gelate primaverili, inverni lunghissimi, tutte condizioni che mettono a durissima prova ogni vendemmia.

Avere a tavola una bottiglia di vino valdostano è davvero una occasione eccellente di sperimentare la “viticoltura eroica”.

Anche in Liguria, a titolo d’esempio, si parla di viticoltura eroica. Qui lo scenario è molto diverso rispetto alla valle d’Aosta: scogliere a picco sul meraviglioso mare ligure e un sistema di trenini e cremagliere che rappresentano l’unico modo per raccogliere le uve e lavorarle in cantina.

Il lavoro dei produttori

Situazioni estreme come quelle descritte si trovano anche in Valtellina, in Alto Adige o incredibilmente, sulle vigne del vulcano attivo più alto d’Europa: l’Etna.

Il vulcano mette continuamente a dura prova i produttori di quelle zone con escursioni termiche di oltre 25 gradi fra il giorno e la notte, continue e copiose eruzioni di materiale piroclastico (solo nel 2021 se ne contano circa 50 nel momento in cui scrivo questo articolo), colate di lava con fronti larghi anche 200 metri.

Vi basta?

Se vi sembra poco vi racconto di alcune vigne raggiungibili solo con i muli, a quote di oltre 1.000 metri, in un terreno tagliente, scosceso, pericolosissimo.

Come se non bastasse, le uve sull’Etna, specialmente il Nerello Mascalese, è a maturazione tardiva; il periodo della vendemmia ricade nella terza settimana di ottobre, e questo è un ulteriore rischio di grandinate o bruschi cambi climatici.

Non è solo l’Italia la terra dei vini estremi: immaginate cosa significhi la produzione di un icewine, il vino del ghiaccio, le cui uve si vendemmiano, acino per acino, quando una spessa coltre di neve ricopre i vigneti.

Interessante è anche il caso delle Hoyos, sull’isola vulcanica di Lanzarote: per proteggere le uve dai fortissimi venti, i viticultori locali costruiscono delle “fosse” che ricoprono con delle grosse pietre anche per favorire la raccolta dell’umidità della notte.

Vini estremi, viticultura eroica, concetti che dovrebbero farci porre al cospetto di queste bottiglie con attenzione ed ammirazione, col rispetto che merita chi sceglie di produrre in questo modo complesso ma eccezionale.

Se vuoi scoprire la viticoltura eroica, non perdere tempo, dai un’occhiata alle Wine Experience.

Enjoy

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