Mr. Taste, ma quanto dura un vino? C’è una scadenza?

È una delle domande che più spesso mi rivolgono ed è sempre, per me, un piacevole argomento di discussione che mi permette di approfondire alcuni aspetti.

In generale non esiste una data di scadenza per i vini, anche se la risposta più corretta da dare sulla questione è: dipende.

Sulla durata di un vino, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici:

  •  tipologia (bianco, rosato, rosso, spumante, liquoroso)
  • stile produttivo
  • vitigno

Dobbiamo distinguere anche tra una bottiglia ben sigillata e conservata in cantina o in armadio frigo (in condizioni ideali) e una bottiglia già aperta (per quanto tempo il vino potrà essere ancora bevibile?).

Longevità di un vino: da quali fattori dipende

La longevità di un vino dipende inoltre dal suo contenuto in alcune sostanze, quali acidizuccheritannini.

Più un vino è concentrato in queste sostanze, più sarà longevo.

In generale, posso dire che vini alcolici, tannici (rossi), maturati in legno, dolci, con alto contenuto in estratti si conserveranno di più rispetto a vini bianchi secchi, poco alcolici, con bassa acidità e affinati in acciaio.

Dovremo poi valutare caso per caso in funzione di queste regole generali. Stiamo parlando di un range molto ampio, dai pochi mesi fino a oltre vent’anni o più.

Detto questo, la domanda “quanto dura un vino?” credo che perda un po’ di significato: il vino non va portato al limite della sua duratama piuttosto al valore massimo della curva di evoluzione, oltre il quale, lentamente ma inesorabilmente, anche il più longevo dei vini vedrà decadere la sua piacevolezza gustativa.

La prima considerazione è che al giorno d’oggi i produttori tendono a mettere sul mercato vini già pronti alla beva, anche nelle tipologie più longeve. Le esigenze della moderna ristorazione, con pochissime eccezioni, vanno in questa direzione e pochi locali ormai (purtroppo) investono in un inventario di cantina con ottica di medio/lungo periodo.

Questo vale soprattutto per i vini bianchi, da bersi entro 6 mesi-un anno al massimo salvo eccezioni (ad esempio Riesling o Traminer Alsaziani ed in generale vini caratterizzati da elevata acidità e contenuto minerale che li rende particolarmente longevi, come quelli dell’Alto Adige sottozona Terlano).

Alcuni rossi importanti come il Barolo e il Barbaresco, il Brunello di Montalcino o l’Aglianico  possono migliorarsi anche fino a 10-15 anni dopo la vendemmia e continuare ad evolvere fino ai 20 anni o più, se opportunamente conservati.

Per quanto riguarda le bottiglie antiche o comunque molto vecchie, in generale è sconsigliato stapparle.

Se le bottiglie restano integre e ben conservate dal punto di vista estetico (tappo, capsula, etichette) hanno un valore solo per i collezionisti ed i musei del vino.

Quanto dura un vino stappato?

Un’altra domanda molto comune è “quanto dura un vino” una volta aperto.

Già subito dopo l’apertura, il contatto con l’aria comincia a produrre modificazioni (reazioni di ossidazione ad opera dell’ossigeno) nella composizione del vino. Inizialmente questo è un fenomeno migliorativo, necessario per portare il vino in condizione di equilibrio con l’ambiente, soprattutto in caso di lungo affinamento in bottiglia (l’ossigenazione elimina il sentore “di riduzione” particolarmente marcato in taluni vini, sia bianchi che rossi).

Con il passare del tempo, le alterazioni a livello organolettico diventano più significative ed assumono una connotazione negativa.

Nel caso dei vini che contengono anidride carbonica (frizzanti e spumanti) questa tende ad evaporare, portando a perdita di effervescenza. Con il passare del tempo le sostanze aromatiche volatili responsabili dei profumi del vino tendono a svanire e il riscaldamento e l’ossigenazione può far partire la fermentazione acetica e portare ad un aumento dell’acidità volatile.

Caso per caso, dunque, un vino può regalare emozioni per momenti diversi e durate diverse.

Se hai curiosità o vuoi approfondire il tema, continua a seguire il mio blog e le novità.

Enjoy

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